Nel dibattito infinito sul contenuto delle opere d’arte saprei cosa dire, ma forse è meglio lasciarlo solo vedere. Una cosa si può aggiungere, l’arte non è stata mai estranea ai grandi cambiamenti storici. Cambiò tutto poco prima della Prima guerra mondiale e dopo la fine della Seconda, questo per limitarci al Novecento (accadde qualcosa di simile col Romanticismo e l’Europa dei grandi movimenti del ’48). Non si tratta di limitare l’autonomia della sfera estetica (l’arte è per definizione disinteressata) si tratta di smentire la vulgata che vuole la dimensione spirituale distaccati dalla vita materiale del puro possibile: la storia.
Non si vedranno grandi scene di battaglie come nella pittura storica del Settecento, forse si vederà l’anima di quelle battaglie, che oggi sono forse soprattutto battaglie e lotte fra Stati e singoli individui o piccoli gruppi che non accettano il pensiero dominante. E’ risorto lo Stato Moloch, con la sua ragione implacabile che, per mantenere l’ordine, provoca continui disordini. L’arte, gli artisti, la dimensione creativa possono ritrovare una strada fra la gente, fra quei gruppi che rivendicano una vera libertà di azione e di vita.
Che sia maledetta la Ragion di Stato
Vorrei fare una lunga riflessione sul perché i regimi dei grandi paesi della terra siano diventati così dispotici e in molti casi dittatoriali. La sto rimuginando da tempo. Quello che si può dire in sintesi lo riassumo in una formula: il trionfo della Ragion di Stato su una base identitaria e neo-razziale. E’ un processo lungo e che dura da tempo, ora però assume connotati paranoici e violenti. Trump ne offre l’esempio i giorni pari, la Cina quelli dispari. Ho un particolare apprezzamento per le culture di quei paesi, dove sono stato più volte e vedo con rammarico la china pericolosa che stanno prendendo: Trump nei confronti delle minoranze etniche (neri e latinos), la Cina nei confronti di Hong Kong. La Ragion di stato si nutre di Pensiero unico, insofferente di qualsiasi critica e incapace di mediazione e spesso sfocia nella violenza, che si tratti di una democrazia o di un autocrazia.
Tu vuo’ fa’ l’americano ….
Tutti coloro che hanno studiato in America, magari assunti da prestigiose accademie o ospedali, o anche coloro che magari vi hanno fatto un Erasmus o magari solo un lungo giro sulla mitica coast to coast o anche solo una settimana in Florida, tutti costoro appena sentono una critica all’America saltano su come invasati e pronti alla difesa mano sul cuore. Lanciano accuse contro la sinistra, la paragonano all’Isis e per distrarsi augurano morte precoce a Bernie Sanders.Vorrei suggerire a queste persone di rilassarsi, bere una camomilla, cercare di capire bene il danno che lo stesso Trump sta infliggendo all’America. “Sì, ma ha difeso le aziende!!!”, certo ma ci sono anche 80mila morti (correggetemi se sbaglio) e molti sotterrati in fosse comuni.Ovvio che sarà il voto degli americani in autunno a decidere le sorti di quel paese, ma un po’ di chiarezza politica e sociale farebbe bene a chiunque.Bene, ora vado a riprendere il libro di Philip Roth che lasciato sul divano, con in sottofondo la tromba di Miles Davis … ma che si deve fare per fare un po’ di chiarezza!!!

La quiete perpetua della Russia sedata da Putin
Quel poco che ho capito della Russia post-sovietica mi è bastato per individuare la logica politica che guida i vertici di quello Stato. putin è riuscito nell’operazione alchemica di coniugare uno stato forte (anzi, fortissimo: provate a fare una manifestazione a Mosca!) con una relativa economia di mercato. Dico relativa perché è appannaggio solo di di pochi, i cosiddetti grandi oligarchi. Costoro sono liberi di fare gli affari che vogliono, ma senza disturbare il grande manovratore. Che cosa manovra Putin? Lo sbocco sul Mediterraneo e sul Medio Oriente (appoggio alla Siria), il controllo della zona di confine fra Europa e Asia centrale (il rapporto con la Turchia), i buoni rapporti con Pechino, il tentativo di controllare l’amministrazione Trump. L’ultimo capolavoro di Putin è il referendum sulla costituzione: qui sì che possiamo parlare di neo-zarismo, con la ribadita alleanza fra trono e altare e il controllo strettissimo sula “moralità pubblica”. La Russia è congelata dallo sguardo magnetico delll’ex colonnello del KGB, si sente rassicurata dalla sua forza, ha paura delle dinamiche conflittuali di una vera democrazia.
La crisi irreversibile del mondo musulmano
La globalizzazione ha prodotto vincitori e vinti. Tra i vinti bisogna porre l’intero mondo musulmano, incapace di uscire da una logica di contrapposizione tra mondo sunnita e mondo sciita (Arabia Saudita e Iran), tra laicismo militaresco (l’Egitto di Al-Sisi) e Fratelli musulmani. E’ un buco nero sempre più profondo, aggravato dal Covid, che in Iran per esempio ha provocato un disastro sanitario senza precedenti. La guerra di Siria è il Moloch che sovrasta quel mondo. Guerra e morte nei sono i protagonisti. Anche i paesi che sembravano immuni, come il Libano, stanno affogando.
Ragion di Stato e Vicino e medio Oriente
Lo scontro fra Cina e Stati Uniti prefigura una nuova Guerra fredda ed è uno scontro fra titani. Titani in tono molto minore ma ancora più esasperati sono i nuovi dominatori del vicino e medio Oriente.. Questi personaggi vorrebbero ridisegnare la cartina geografica sulla base della situazione precedente alla Prima guerra mondiale. Il più attivo è il nuovo sultano, Erdogan, che vorrebbe restaurare l’impero ottomano, perciò è così attivo in Libia e Nordafrica.. Le notizie che provengono dalla Turchia dal punto di vista dei diritti umani sono allarmanti. Erdogan sta facendo terra bruciata del tessuto repubblicano che ha sorretto la nascita della nuova Turchia, riportando la società a un integralismo musulmano che quel paese ha conosciuto solo in passato.
Ragion di Stato e Israele
Mi dispiace dire queste cose su un paese che ho molto apprezzato nel corso di un mio viaggio e di cui amo la cultura (soprattutto quella esoterica), ma il comportamento di Israele in questo momento storico assume i connotati della prevaricazione nei confronti dei palestinesi. Il mondo arabo ha commesso molti errori durante molte guerre, tutte regolarmente perse. Ma la Ragion di Stato in Israele sta assumendo i connotati della dominazione etnica. Si tratta di un processo che sta affossando ogni speranza di pacifica convivenza, che pure sembrava possibile fino a qualche anno fa. Oggi Israele si sente appoggiato più che mai da Trump e sembra voler porre una pietra sul processo di pace.
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