Cassiti

Cassiti o Cossei furono una popolazione proveniente dai monti Zagros, che all’inizio del XVI secolo a.C. invase il regno di Babilonia.

Erano governati da un’aristocrazia indoeuropea, perché nei nomi dei loro re compaiono elementi chiaramente identificabili come indoiranici[1] benché non sia ancora certo se fossero di tale origine linguistica.

Popolazione

I primi sovrani Cassiti sono GandashAgum I e KashtiliashAgum II estese la propria egemonia fino in Caldea. L’ultimo re del primo casato cassita, Eagamil, venne sconfitto nel 1480 a.C. dalla dinastia cassita di Ulamburiash. Con il sovrano Adadnirari ed i suoi successori iniziava la dinastia medioassira. La dinastia cassita regnò sulla Mesopotamia fino al 1155 a.C. quando si scontrò con gli Assiri e fu sconfitta dagli Elamiti.

Società

La società cassita, dominata dal re e dell’aristocrazia, poteva contare di un buon apparato burocratico di magistrati e funzionari. Lo shatammu si occupava delle funzioni amministrative ed il kazannu del mantenimento dell’ordine pubblico ed alla giustizia, proprio come i pretori romani. Il sistema feudale cassita era molto articolato. Per segnalare i confini territoriali si faceva uso di monumenti in pietra speciali, il kudurru.

Kudurru - Wikipedia
Esempio di Kudurru

Furono probabilmente i cassiti ad introdurre nella regione Mesopotamica il carro da guerra[2].

Religione e cultura

I Cassiti adoravano i tradizionali dei mesopotamici, come Marduk ed Enlil. Questa popolazione aveva straordinarie pratiche divinatorie e magiche, che vennero poi diffuse ad altri popoli mesopotamici. La lingua ufficiale del regno era l’accadico. Gli scribi avevano una notevole importanza. Le principali opere letterarie furono gli inni di lode agli dèi.

Arte

L’arte cassita rientra nell’ambito dell’arte mesopotamica del II millennio a.C. Ultimamente gli storici che riconoscevano l’arte cassita soprattutto nei tipici monumenti chiamati kudurru, ossia pietre raffiguranti donazioni effettuate da re a templi o a privati, dopo scavi recenti hanno rivalutato questo periodo artistico, rinunciando alla definizione di decadente.[3] Infatti, la dinastia cassita, abbandonando le proprie origini rozze, si distinse per aver accolto l’arte del popolo conquistato, per riscattarla dalle rovine, recuperando lettere e arti, e talvolta per rinnovarla.

In architettura vennero ricostruiti i vecchi santuari babilonesi, introducendovi innovazioni quali l’uso di volte per le porte, di un blocco-basamento al di sotto del tempio, di rilievi figurali rappresentanti divinità montane o acquatiche, inserite sulla facciata del tempio, dai quali zampillava acqua. Tutti questi nuovi elementi verranno successivamente ripresi dai neobabilonesi.[3]

Anche il palazzo cassita per eccellenza, quello di Dur-Kurigalzu, che necessitò quasi due secoli prima di essere ultimato, si distinse dal tipico palazzo babilonese di Mari per l’assenza della centralità dei due cortili, oltre che per le pitture murali raffiguranti sfilate di funzionari di corte, questi ultimi caratterizzati dall’alternanza di individui magri e alti e di altri bassi e tozzi.

L’arte cassita produsse ottimi prodotti scultorei, come mostrano i resti della monumentale statua in diorite raffigurante il re Kurigalzu, e la testa di leonessa caratterizzata da striature geometriche per disegnarne le rughe.

Un più attento studio sull’arte cassita è stato svolto sui kudurru, realizzati in diorite scura, che comprendono spesso l’intera teologia dell’epoca, descritta nel dettaglio dalle divinità supreme fino a quelle infernali.

Nei sigilli cilindrici non mancarono figurazioni fantasiose a base di animali, di piante e di divinità, influenzate dai miti della fecondità e della fertilità.

Note

  1. ^ Francisco VillarGli Indoeuropei e le origini dell’Europa, Bologna, Il Mulino, 1997. ISBN 8815057080, pagina 568.
  2. ^ Francisco Villar, ibidem, pagina 568.
  3. ^ Salta a:a b “Le Muse”, De Agostini, Novara, 1965, Vol.III, pp. 137-138.

Bibliografia

  • L. Wolley, Mesopotamia e Asia Anteriore, Baden Baden, 1961.
  • A. Moortgat, Mesopotamia, centri e tradizioni, in Enciclopedia Universale dell’Arte, Vol. IX, 1963.
  • A.Ancillotti-“La lingua dei C

assiti”,Milano, 1981.

  • A.Brinkman,”Materials and studies

for Kassite History”,Chicago, 1986.

Fonte: Wikipedia



Categorie:D06- Iranistica, D06.02- Cassiti

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

IASS-AIS

International Association for Semiotic Studies - Association Internationale de Sémiotique

NUOVA STORIA CULTURALE E VISUALE - NEW CULTURAL AND VISUAL HISTORY

STORIA DELLE IDEE E DELLA CULTURA - HISTORY OF IDEAS AND CULTURE

LINGUE STORIA CIVILTA' / LANGUAGES HISTORY CIVILIZATION

LINGUISTICA STORICA E COMPARATA / HISTORICAL AND COMPARATIVE LINGUISTICS

TEATRO E RICERCA - THEATRE AND RESEARCH

Sito di Semiotica del teatro a cura di Lost Orpheus Teatro - Site of Semiotics of the theatre edited by Lost Orpheus Theatre

TIAMAT

ARTE ARCHEOLOGIA ANTROPOLOGIA // ART ARCHAEOLOGY ANTHROPOLOGY

ORIENTALIA

Arte e società - Art and society

SEMIOTIC PAPERS - LETTERE SEMIOTICHE

La ricerca in semiotica e Filosofia del linguaggio - Research in Semiotics and Philosophy of Language

LOST ORPHEUS ENSEMBLE

Da Sonus a Lost Orpheus: Storia, Musiche, Concerti - History, Music, Concerts

Il Nautilus

Viaggio nella blogosfera della V As del Galilei di Potenza

SONUS ONLINE MUSIC JOURNAL

Materiali per la musica moderna e contemporanea - Contemporary Music Materials

WordPress.com News

The latest news on WordPress.com and the WordPress community.

ANTONIO DE LISA OFFICIAL SITE

Arte Teatro Musica Poesia - Art Theatre Music Poetry - Art Théâtre Musique Poésie

IN POESIA - IN POETRY - EN POESIE

LA LETTERATURA COME ORGANISMO - LITERATURE AS AN ORGANISM

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: